«Un mostro che inquina» e il paese si ribella al pirogassificatore

28 gennaio 2011

 CASTELFRANCO DI SOTTO.Entrare negli uffici del Gruppo Ecolevante, al confine tra i comuni di Castelfranco di Sotto e Santa Croce sull’Arno, è come tuffarsi in un mondo alla rovescia dove il rifiuto diventa risorsa. Ed è proprio qui, a pochi metri degli scarti che diventano abiti da sera e dagli sportelli trasformati in tavolini, che potrebbe sorgere il cosiddetto pirogassificatore, in base al progetto avanzato da una delle ditte del gruppo, la Waste Recycling Spa.  Un impianto di gassificazione innovativo, secondo l’azienda, con un impatto ambientale praticamente trascurabile. Non la pensano così alcuni cittadini, riuniti da mesi nel cosiddetto Comitato Antinquinamento, deciso a dare battaglia al progetto: sono in piena attività i preparativi per una manifestazione che domani pomeriggio promette di invadere le strade di Castelfranco. Ma è solo l’ultima pagina di una vicenda dibattuta e complessa.  La notizia del progetto salta fuori alla fine di maggio, dopo che la Waste Recycling ha presentato in Provincia a Pisa la documentazione per chiedere l’autorizzazione all’impianto, per il quale non viene considerata necessaria la Valutazione d’Impatto Ambientale. Immediata la nascita di un comitato che avvia subito una raccolta di firme. L’amministrazione comunale di Castelfranco decide quindi di dar vita ad un processo partecipativo, affidato alla società torinese “Avventura Urbana” (al quale aderiscono poi i Comuni vicini: Santa Croce, Montopoli Valdarno e Santa Maria a Monte), con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza in uno strumento che sarà chiamato a dare un parere al progetto. Viene così creato un Comitato dei Garanti, ai quali si affiancherà a breve una giuria di 50 cittadini, che proprio in questi giorni vengono reclutati telefonicamente. Non mancano però gli attacchi al processo partecipativo, tacciato di poca trasparenza, o considerato come strumento di consenso a favore del pirogassificatore.  Così, da alcuni giorni, per le strade della cittadina, accanto ai manifesti del Comune con lo slogan “Insieme per capire, insieme per decidere”, compaiono striscioni e volantini con la scritta “No inceneritore”. Una protesta che ovviamente è diventata anche politica, unendo in un inedito fronte centrodestra e estrema sinistra.  Ma cos’è in definitivaa un pirogassificatore? Si tratta di un impianto di combustione rifiuti ad altissime temperature, che a detta dei tecnici sarebbe in grado di abbattere le emissioni inquinanti producendo cenere vetrificata. L’obiettivo è ridurre la quantità di rifiuti non recuperabili attualmente destinati in discarica, producendo energia termica a servizio dell’azienda. L’impianto, di ridotte dimensioni (simile a due container), può essere montato e smontato in qualunque momento. A realizzarlo è la ditta Nse Industry di Empoli, che ha già raggiunto un contratto di locazione con la Waste Recycling. Il presidente dell’azienda, Maurizio Giani, ha deciso d’intervenire alla vigilia della manifestazione. «E’ opportuno mettere un po’ di chiarezza – ha spiegato – Questo impianto brucerà solo 30 tonnellate di rifiuti non pericolosi ogni giorno, con un impatto ambientale inferiore all’accensione di qualche caminetto domestico. Nessuno vuole avvelenare nessuno. E se l’impianto non corrispondesse ai requisiti tecnologici e ambientali richiesti sarà smontato, come da contratto».

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