Terni: «Ora serve l’Aia per i caminetti?»

Nuove misure del Comune, il Comitato No Inc: «Sottaciuta particolarità della città, cioè la presenza di grandi fonti inquinanti di origine industriali. Il trattamento per loro è diverso»

«La cosa che ci fa indignare è come puntualmente venga sottaciuta la particolarità di Terni, e cioè la presenza di grandi fonti inquinanti di origine industriali verso le quali però il trattamento riservato è un altro». Inquinamento atmosferico, traffico veicolare, camini, biomassa legnosa e nuovi provvedimenti del Comune di Terni per frenare gli sforamenti: il Comitato No Inceneritori, a ventiquattro ore dalla presentazione delle misure aggiornate da parte dell’amministrazione comunale, va all’attacco.

LE NUOVE MISURE DEL COMUNE DI TERNI: «NON VOGLIAMO SPEGNERE I CAMINI, MA SERVONO PROVVEDIMENTI»

Fabio Neri

La premessa Il comitato del presidente Fabio Neri parte sottolineando che «in una città in cui la centralina posta nella centralissima via Carrara registra sforamenti incontrollati di Cromo e Nichel, in cui una intera zona della città, quella di borgo Rivo, è indicata come area di ricaduta delle emissioni dei due inceneritori attualmente in funzione (tre fino al 2007 con quello Asm), le ricette tampone del Comune di Terni vengono ovviamente accolte da una ondata mista di ironia e sdegno. Non vi è dubbio alcuno infatti che traffico veicolare, troppo, e impianti di riscaldamento a legna producano enormi quantità di particolato e che quindi siano un problema. Ma questo, lo ripetiamo da anni ormai, è raccontare quanto accade in realtà in tutte le città piccole e grandi dell’intero pianeta».

LA NUOVA ORDINANZA SUI CAMINETTI E RISCALDAMENTO DOMESTICO

«Cosa è stato fatto?» Si passa poi all’analisi: «La cosa – prosegue il Comitato No Inceneritori – che ci fa indignare è invece come puntualmente venga sottaciuta la particolarità di Terni, e cioè la presenza di grandi fonti inquinanti di origine industriali verso le quali però il trattamento riservato è un altro. Certo, diranno i tecnici, tutti gli impianti industriali della ‘conca’ sono in regime di Autorizzazione integrata ambientale e dunque, detto in parole povere, sono ‘autorizzati ad inquinare’. Che cosa è stato fatto però per ridurre cromo e nichel in aria in centro città? Cosa si è fatto per capire in che modo venti anni di incenerimento hanno influito sulla salute l’ambiente delle aree di ricaduta? E gli effetti delle lavorazioni del vecchio polo chimico?».

L’ORDINANZA AGGIORNATA PER IL TRAFFICO VEICOLARE

Le mancanze Il comitato inoltre mette in evidenza una serie di criticità: «Come si pretende di ridurre il traffico veicolare se 20 mila cittadini della zona nord sono costretti a passare esclusivamente per la strettoia a veloce circolazione di ponte Le Cave, in cui è assolutamente impossibile passare in bicicletta? Come si pretende disincentivare l’uso del mezzo privato se diminuiscono le corse del trasporto pubblico, la metro di superficie è in abbandono e non esistono nodi di scambio? Una volta passato l’inverno e cessato l’uso di caminetti, saranno dimunuite le Pm10, ma saranno come ogni anno rimaste inalterate le altre problematiche. Continueremo ogni anno ad aspettare la primavera? Come al solito ad essere penalizzati sono i comportamenti individuali. Dobbiamo pretendere una Autorizzazione integrata ambientale per i nostri caminetti?».

I controlli e i dubbi Il dirigente Marco Fattore, nel dare delucidazioni sulle nuove ordinanze, ha specificato lunedì mattina che saranno effettuati – ci sarà inoltre un censimento dei punti fumo – dei controlli a campione. Ed ecco che molti cittadini si sono posti il quesito: come sarà possibile farlo senza un mandato dell’autorità giudiziaria? Sì, perché i camini non sono soggetti ad alcuna autorizzazione.

La Lega Sul tema interviene anche il capogruppo della Lega Nord in Regione, Emanuele Fiorini: «Se davvero vogliamo tenere spenti i caminetti delle abitazioni perché  inquinano, allora dobbiamo spegnere anche i camini che inquinano più di tutti, ovvero quelli degli inceneritori Acea e Terni Biomassa. Ci sono cose ben più serie e  urgenti da prendere in considerazione a Terni sul tema dell’ambiente: ad esempio, siamo ancora in attesa degli studi epidemiologici  che ci permetteranno finalmente di conoscere quali sono le maggiori
fonti inquinanti del territorio».

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