Rossi & Fratoni, ovvero come ti ignoro la democrazia

Dopo la consegna delle quasi novemila firme (fra cui quelle di 18 sindaci su 20 della Valle del Serchio), dei pareri contrari delle due Unioni dei Comuni di Media Valle e Garfagnana, della provincia di Lucca e soprattutto dopo le ripetute mozioni  del Consiglio Regionale di indirizzo nettamente contrario al progetto del gassificatore KME, speravamo che fosse arrivata l’ora in cui anche la Giunta Regionale battesse un colpo; purtroppo invece registriamo segnali a dir poco contrastanti dalle parti del governatore Enrico Rossi.

L’assessore all’ambiente, Federica Fratoni, si trincera dietro al procedimento amministrativo in corso di cui dice di “attendere gli esiti”, in poche parole la solita litania degli “enti preposti”; peggio ancora fa il governatore Rossi, le cui ultime dichiarazioni meritano un commento un po’ più approfondito, tanto sono colme di, per così dire, “lievi imprecisioni“.

Il progetto di KME viene definito un “impianto modernissimo alimentato dai rifiuti delle cartiere”; non sappiamo se il superlativo assoluto sia riferito al fatto che non ne esistono di simili per tecnologia e combustibile (confidiamo che almeno a lui KME abbia rivelato il mistero sull’ubicazione di altri impianti del genere) oppure se si riferisce alle emissioni in atmosfera; nell’ultimo caso ci spiace deluderlo, ma il profilo delle emissioni in AIA è tale e quale a quello di altri termovalorizzatori già presenti in Italia da diversi anni e crediamo non troppo diverso da quello progettato per Case Passerini, da cui il “Nostro” però si è sempre dichiarato fortemente contrario (chissà perché).

Sorvoliamo poi sui concetti di “classico esempio di economia circolare” (quanto ancora dovremo sentire la narrazione dell’incenerimento spacciato per economia circolare) e sull’ennesima bufala del “miglioramento dell’impatto ambientale”; che gli  inceneritori siano una fonte di miglioramento ambientale e sanitario è smentito in tutti gli studi epidemiologici da Arezzo a Pisa, e senza scordare gli altri fulgidi esempi di Pietrasanta e Castelnuovo fino a quello recentissimo di Scarlino, pensiamo che la terra di Toscana abbia dato parecchi esempi di quanto la realtà sia l’esatto contrario di quanto affermato dal suo governatore; ad ogni modo le osservazioni tecniche riguardo a questi aspetti saranno fatte pervenire in Regione, nei termini stabiliti, dagli esperti che abbiamo ingaggiato.

Ma non è sull’aspetto tecnico che ci soffermiamo quanto sulle ultime frasi del Presidente Rossi: “se KME rispetterà le regole noi daremo l’autorizzazione perché la legge va rispettata”. Ci chiediamo: quali leggi o regole impongono a un’autorità politica di dare obbligatoriamente l’autorizzazione a un qualsivoglia progetto? Che risulti a noi nessuna, come anche sarebbe l’ora di finirla di considerare il rispetto delle leggi da parte delle grandi aziende come una concessione divina, ma bensì un loro preciso dovere. A noi risulta invece, come ricordato dagli amici del “Comitato per l’Attuazione della Costituzione”, che la legge impone alla Giunta Regionale di curare l’attuazione delle leggi, degli atti di programmazione e di indirizzo approvati dal Consiglio”. Quindi l’esatto opposto di quanto afferma Rossi, dato che tutte le mozioni del Consiglio Regionale, fino ad oggi, si sono espresse in maniera nettamente contraria a questo progetto.

Concedere l’autorizzazione o meno a questo progetto, caro Rossi, non è una decisione solamente tecnica ma anche, e soprattutto, politica: come si debbano gestire i rifiuti, inclusi quelli industriali, lo decide la politica non la tecnica, che offre dal canto suo molte alternative: quelle vere dell’economia circolare (prevenzione e trattamento a freddo) oppure quelle illusorie dell’incenerimento, che riempie le tasche di pochi da una parte, e gli ospedali e i cimiteri dall’altra.

Noi crediamo che se la frattura tra il volere del Consiglio e quello della Giunta, che ne ignora reiteratamente gli atti di indirizzo, dovesse continuare oltre, dovranno essere i Consiglieri a trarne le conseguenze e in primis quelli eletti localmente come Ilaria Giovannetti, pure residente nel comune di Barga, dai quali ci aspettiamo una forte presa di posizione che tolga ogni ambiguità o giustificazione all’atteggiamento inammissibile della Giunta.

Ricordiamo agli stessi consiglieri che nel caso in cui lo strappo si riveli insanabile, non sta scritto da nessuna parte che la Giunta debba rimanere in piedi fino alla scadenza del mandato, l’art. 126 della Costituzione della Repubblica Italiana è chiaro a tal proposito: “Il Consiglio Regionale può esprimere la sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta mediante mozione motivata, sottoscritta da almeno un quinto dei suoi componenti e approvata per appello nominale a maggioranza assoluta dei componenti”

 

 

 

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