Il patto di Faust
“Habemus Papam”: è uscito finalmente l’accordo tra KME e Giunta Regionale Toscana titolato “Accordo per il rilancio industriale dello stabilimento KME Italy Spa di Fornaci di Barga tramite la realizzazione di una piattaforma energetica e la creazione di un polo di eccellenza nell’ambito dell’economia circolare”; noi lo chiameremo il Patto di Faust, ricordando l’antica leggenda del sapiente che vende l’anima al diavolo, anche se in questo caso la figura del sapiente non si sa proprio a chi attribuirla e per l’altra fate pure voi, c’è l’imbarazzo della scelta; ma analizziamo i vari punti.
Al punto a) viene illustrata la situazione aziendale attuale di KME: il solito piagnisteo del “signora mia c’è stata la crisi che ci volete fare…”, prologo a tutto quello che verrà detto dopo: non sfiora minimamente la mente dei nostri politici il fatto che forse dietro alla crisi dello stabilimento fornacino ci siano anche scelte aziendali di vertice inerenti al trasferimento/vendita di produzioni d’eccellenza e investimenti sbagliati, una storia che chi ha lavorato nella fabbrica conosce molto bene.
Al punto b) troviamo quelli che sono i dati che erano già stati prospettati sulle assunzioni (135), l’aumento dei volumi produttivi da 55 a 80.000 tons e la riduzione dei costi energetici; a proposito di questi ultimi apprendiamo che “malgrado gli effetti della recente legge sul prezzo del Kwh per le aziende energivore, essa non consente di compensare il deficit di competitività rispetto ai concorrenti europei”; parole in netta contraddizione con quanto dichiarato un anno fa proprio dall’AD Pinassi, che individuava nei 2 milioni di sconto concessi il gap con la Germania, e con quanto dichiarato anche dai massimi vertici di Confindustria e Assofond dopo la firma del decreto attuativo da parte del ministro Calenda; ma si sa, l’appetito vien mangiando, sempre a spese del contribuente ovviamente.
Al punto c) ecco che si parla della “piattaforma energetica”: dopo tanti termini, da inceneritore a termovalorizzatore a gassificatore (con piro o senza, fate voi), ecco che viene definito così l’impianto che dovrebbe produrre 12 MW di potenza elettrica, evitando il ricorso alla rete. Con quale combustibile funzionerà? Non viene detto, quasi funzionasse a pedali: si dice solo che grazie a questo impianto si avrà il risparmio dei costi energetici, la riqualificazione delle infrastrutture del sito, il rilancio dello stabilimento e dell’occupazione e il miglioramento del quadro emissivo dello stabilimento rispetto a quello autorizzato: insomma, il migliore dei mondi possibili.
Nel punto d) si parla della Academy sull’economia circolare, che farà di Fornaci di Barga la nuova Harvard “de noartri” e nel punto e) della rigenerazione urbana delle aree dismesse dello stabilimento che risorgerà a novella Milano 2 con tanto di cartelli con scritta “cespuglio” e “fontana”: due punti che racchiudono una studiata operazione di marketing di cui evidentemente si sente la necessità.
Ma veniamo a quello che è il punto più tragicomico, ovvero quello sui “benefici ambientali” f): solo qui apprendiamo quale sarà il combustibile della “piattaforma”, e cioè dei non meglio specificati “materiali” che altrimenti verrebbero conferiti a discarica e quindi dobbiamo ringraziare perché ci saranno “minori emissioni di Co2 dovute al trasporto in discariche/termovalorizzatori ubicati fuori dalla Toscana”: insomma, cari Fornacini e abitanti della Valle del Serchio, KME brucerà diverse migliaia di tonnellate di “materiali” da discarica a poche centinaia di metri dalle vostre abitazioni e dalle scuole frequentate dai vostri figli e dovrete pure ringraziarla perché i camion non se ne andranno fuori Toscana, ma arriveranno tutti a Fornaci! E a questo aggiungiamo anche altre 25.000 tonnellate di produzione in più di rame con annesse emissioni! Ma come, non li vedete i “benefici ambientali”? In una valle chiusa con inversione termica, scarsa ventilazione, qualità dell’aria pessima e eccessi di mortalità e ricovero su varie patologie, che cosa c’era di meglio se non impiantare una bella “piattaforma energetica”? Come direbbe Ennio Flaiano: “la situazione è grave, ma non seria”.
All’art. 4 la Regione si impegna quindi a sostenere gli investimenti (sic!) come opere di “interesse strategico regionale” e dichiara la “propria competenza alla gestione del procedimento autorizzativo per l’impianto”; il ruolo del Comune, da quanto si legge, sarebbe invece limitato solo all’approvazione del piano urbanistico per quanto concerne l’Academy e il polo di eccellenza sull’economia circolare: a noi questa pare una vera e propria polpetta avvelenata nei confronti di colui che è il responsabile della salute dei cittadini, ovvero il nostro sindaco, che bene ha fatto ad intervenire prontamente con un comunicato stampa dove ribadisce che “gli strumenti attualmente in vigore nel nostro comune ad oggi non consentono la realizzazione di alcun nuovo impianto industriale nel sito produttivo di Fornaci di Barga in assenza di una variante al regolamento urbanistico vigente” e che “la salute dei cittadini è per noi il bene primario”. Ben detto, ma speriamo che alle parole seguano i fatti.