Il re è nudo

Importanti notizie dall’Europa. La europarlamentare Eleonora Evi (Greens) ha presentato una interrogazione alla Commissione EU, nella cui risposta la Commissione chiarisce l’ interpretazione del principio DNSH (Do Not Significant Harm: non apportare un danno significativo) dicendo che i fondi previsti nei piani nazionali di ripresa e resilienza (come  il nostro PNRR) non possono andare contro i 6 obiettivi in materia ambientale individuati dalla Commissione. Il documento originale (che trovate qui) impone chiaramente che “nessuna misura per l’attuazione delle riforme e degli investimenti […] arrechi un danno significativo agli obiettivi ambientali ai sensi dell’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852“, pena la NON APPROVAZIONE del PNRR. Tra i 6 obiettivi leggiamo ovviamente “Economia circolare, compresi la prevenzione e il riciclaggio dei rifiuti”  e tra gli esempi proposti (n. 3 a pag 20 ) si cita proprio il ricorso ad inceneritori e co-inceneritori, quale caso di “non conformità alla DNSH” in quanto  “ostacola lo sviluppo e la diffusione delle alternative a basso impatto disponibili che hanno livelli più elevati di prestazioni ambientali […].” e perchè “Ciò comprometterebbe il conseguimento degli obiettivi di riciclaggio a livello nazionale/regionale e la realizzazione del piano nazionale/regionale/locale di gestione dei rifiuti“.

Sarebbe auspicabile che i vertici di Confindustria, Assocarta & C. leggessero bene il suddetto documento,  invece di regalarci, come hanno fatto in questi giorni l’ennesima lamentela, ormai un disco rotto, che continua a ripetere che sono loro a decidere cosa sia economia circolare oppure no, e non l’Europa. Ai suddetti consigliamo anche la lettura del PNRR sul sito della Camera dei deputati,  approvato il 13 luglio dopo aver recepito le indicazioni della Commissione europea. Dal sito si può scaricare un corposo allegato  con le indicazioni, in relazione a ciascun investimento e riforma, di precisi obiettivi e traguardi. Se lorsignori non avessero tempo di leggersi tutte le oltre 500 pagine del suddetto allegato, basterà che meditino su:

Pagina 211. La misura M2C1-1 “Riforma 1.1 – Strategia nazionale per l’economia circolare” riporta tra gli obiettivi per il 2022: “revisione del sistema di tassazione ambientale sui rifiuti volta a rendere il riciclaggio più conveniente del conferimento in discarica e dell’incenerimento su tutto il territorio nazionale“.

Pagina 235. La misura M2C1-17 septies: “Investimento 1.2 – Progetti “faro” (avete letto bene!) di economia circolare” riporta il seguente obiettivo da raggiungersi entro il 2025: “Il tasso di riciclaggio per carta e cartone deve raggiungere almeno il 75 % in peso (come stabilito all’articolo 6, paragrafo 1, lettera g), punti da i) a vi), della direttiva 94/62/CE sui rifiuti di imballaggio (modificata dalla direttiva (UE) 2018/852))“. E riciclaggio non significa incenerimento.

Infatti in molte misure del suddetto PNRR si indica chiaramente che i progetti che verranno in futuro presentati dovranno escludere, tra le altre: “attività connesse alle discariche di rifiuti, agli inceneritori e agli impianti di trattamento meccanico biologico” e “attività nel cui ambito lo smaltimento a lungo termine dei rifiuti potrebbe causare un danno all’ambiente“. Si potranno presentare progetti relativi agli impianti già esistenti,  intesi ad aumentare l’efficienza energetica “purché tali azioni nell’ambito della presente misura non determinino un aumento della capacità di trattamento dei rifiuti dell’impianto o un’estensione della sua durata di vita”.

Se anche di fronte all’evidenza, Confindustria, Assocarta & C intendessero continuare nella solita tiritera, presto tutti vedranno che il re è nudo.

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