All’impianto di Gallicano tonnellate di “falso” pulper

All’impianto di Gallicano tonnellate di “falso” pulper

LUCCA. «L’inchiesta della Dda Toscana conferma i nostri dubbi sull’impianto». Il sindaco di Gallicano David Saisi appare solo in parte sorpreso del coinvolgimento di Css Energy nella maxi indagine…

LUCCA. «L’inchiesta della Dda Toscana conferma i nostri dubbi sull’impianto». Il sindaco di Gallicano David Saisi appare solo in parte sorpreso del coinvolgimento di Css Energy nella maxi indagine sullo smaltimento illecito dei rifiuti. Del resto lui, che sulle maleodoranze prodotte dell’impianto ha costruito la sua campagna elettorale, ha sempre detto che qualcosa non tornava in quella struttura.

L’impianto di bricchettaggio di Gallicano è chiuso dal gennaio 2015: un incendio (di cui ancora non sono state accertate le cause) costrinse l’azienda a interrompere la produzione e da allora niente si è mosso. Almeno in apparenza. Perché sull’impianto avevano messo gli occhi anche altre aziende (Sea Risorse e non solo) interessate a rilevare la procedura autorizzativa da Css Energy per far ripartire la produzione. Ma dalle carte della Dda Toscana emerge che l’impianto di Gallicano era uno di quelli maggiormente utilizzati dalla 3F Ecologia per smaltire un pulper che in realtà non era tale, perché conteneva sostanze chimiche tossiche e molto nocive per la salute, quali derivati della plastica, polistirolo, fanghi originati dalla de-inchiostrazione della carta. Secondo l’accusa la 3f Ecologia si arricchiva illecitamente facendo figurare solo fittiziamente di aver proceduto alla “ripulitura” degli scarti industriali non trattandoli invece correttamente, procedendo addirittura, anche alla loro distruzione mediante incenerimento con evidenti conseguenze dannose in termini di inquinamento dell’ambiente.

L’impianto di Gallicano non era l’unico utilizzato a questo scopo (ci sono anche quelli di Terni e Brescia) ma di

sicuro era uno di quelli maggiormente usati con i suoi 9milioni di chili di “falso” pulper conferiti. «Bisogna aspettare i risultati delle indagini – spiega Saisi – ma noi abbiamo sempre ritenuto questo impianto pericoloso dal punto di vista dell’inquinamento».

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