Consorzio Garfagnana Produce: “No all’inceneritore Kme per tutelare turismo e agrobiodiversità”

Consorzio Garfagnana Produce: “No all’inceneritore Kme per tutelare turismo e agrobiodiversità”

lunedì, 2 luglio 2018, 17:28

Il Consorzio Garfagnana Produce ribadisce la sua forte contrarietà alla realizzazione dell’inceneritore Kme nel centro di Fornaci, ora che tale operazione pare in acceleramento a seguito dell’accordo fra l’azienda proponente e la Regione Toscana.

“Il “no” – spiegano il presidente Lorenzo Satti e il vice-presidente Danilo Musetti – nasce dalla ben nota incompatibilità fra impianti di smaltimento di rifiuti e aree a forte vocazione turistica e agro-alimentare come la Garfagnana. I seguenti dati (tratti dalla Banca dati sul Turismo della Regione Toscana) ci aiutano a comprendere come l’indotto del turismo sia una voce economica assolutamente centrale per il nostro territorio, da tutelare con convinzione e non da svilire con opere di un così grave impatto ambientale: nel 2017 nei 15 comuni della Garfagnana hanno soggiornato 39 mila 600 turisti nelle molte strutture ricettive presenti (74 agriturismi, 31 alberghi, 67 affittacamere, case-vacanza e simili, sei rifugi e tre campeggi per un totale di 3 mila 395 posti letto) con una durata media del soggiorno di 3,4 giorni. Queste 134 mila 640 presenze (numero delle notti trascorse dai clienti nelle strutture ricettive ufficiali) quanti soldi ci hanno lasciato? Ipotizzando una spesa media giornaliera di 60 euro (per mangiare e dormire) otteniamo una cifra superiore agli 8 milioni di euro e sappiamo che in vacanza, tutti, ma in specie gli stranieri, si concedono molti altri extra, acquistano prodotti locali, usufruiscono dei musei, dei parchi avventura, degli esercizi commerciali, ecc., quindi non ci stupiremmo se la somma fosse anche superiore. Da quest’anno è stata inoltre istituita la tassa di soggiorno di 1 euro a persona al giorno che comporta un’ulteriore entrata per i comuni e soprattutto sancisce lo status di “località turistica” per la nostra valle; una sorta di biglietto di ingresso come lo meritano le città d’arte e i luoghi geografici più significativi”.

“La costruzione dell’inceneritore – incalzano i due -, come già in passato abbiamo espresso, causerebbe una sicura svalutazione ambientale e paesaggistica del territorio e l’aumento del traffico pesante, compromettendo così il comparto turistico e agro-alimentare nella sua totalità. Le certificazioni DOP e IGP dei nostri prodotti non potrebbero essere più sostenute e anche la nascente “Comunità del cibo”, progetto varato dall’Unione dei Comuni per la salvaguardia e il lancio della biodiversità agricola e zootecnica della zona, sarebbe molto penalizzata”.

“Il brand “Garfagnana” – proseguono -, costruito con fatica e caparbietà da tante piccole e medie aziende sparse sul territorio cui va il merito, tra l’altro, di aver frenato lo spopolamento della montagna offrendo nuovi posti di lavoro e preservando il territorio dall’abbandono e quindi dai dissesti idrogeologici, merita ben altro rispetto a un grande impianto di incenerimento, per giunta all’interno di un centro abitato e a due passi dalla bellissima Barga. Un’azienda manifatturiera in crisi alle porte della Garfagnana, fra due parchi, uno nazionale (Appennino) e l’altro regionale (Apuane), inserita in un territorio di grande pregio che dal turismo trae sostentamento, ha il dovere di pensare al proprio rilancio ma sposando una politica ambientale all’altezza del contesto in cui si colloca. Il suo rilancio strategico pertanto non può prescindere dai principi della green economy e dalle direttive europee in tema di gestione dei rifiuti ed economia circolare”.

“E’ notizia recentissima e positiva – concludono Satti e Musetti – che la Regione Marche ha approvato la legge che vieta la combustione dei rifiuti su tutto il territorio regionale scegliendo le alternative ecocompatibili come la digestione anaerobica per i propri rifiuti. Altre strade che guardano al futuro e all’ambiente sono dunque possibili. Ci appelliamo quindi al buon senso degli amministratori, non solo responsabili della salute pubblica ma anche di una politica coerente con le scelte intraprese in tema di sviluppo turistico e sostenibile di un’intera area già da molti anni a questa parte”.

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