ELEZIONI AMMINISTRATIVE: I QUESITI DELLA LIBELLULA

Come già accaduto alle precedenti elezioni amministrative, anche questa volta intendiamo sottoporre ai candidati alla carica di Sindaco del Comune di Barga i quesiti che pubblichiamo qui di seguito. Chiediamo ai candidati di farci avere le loro risposte, che pubblicheremo sul nostro sito affinché i cittadini possano essere informati riguardo alle loro posizioni. Ringraziamo fin d’ora per la collaborazione  e facciamo a tutti i candidati i nostri migliori auguri per la campagna elettorale…e, come di rito, che vinca il migliore!

ECCO I NOSTRI QUESITI:

1) La questione Pirogassificatore KME

Si tratta della vicenda principale a cui la nostra associazione si è dedicata negli ultimi anni, vicenda che non può dirsi del tutto conclusa. Resta infatti in capo all’azienda ed alla Regione Toscana la procedura di rinnovo delle autorizzazioni ambientali (AIA), ormai scadute da tempo, procedura inizialmente unificata al progetto del nuovo pirogassificatore, e poi scorporata. Il che significa che attualmente la produzione avviene senza gli adeguamenti alle ultime normative aggiornate (le cosiddette BAT Best Available Technologies). Resta inoltre da risolvere la prescrizione imposta dalla Soprintendenza all’azienda: edificare in situ un monumento commemorativo dell’immobile denominato Casa Buglia.

Chiediamo ai candidati sindaci di esprimere la loro posizione rispetto alla vicenda trascorsa, rispetto al tema dell’incenerimento rifiuti, e se siano disponibili ad impegnarsi in futuro opponendosi a progetti di questo tipo che, come abbiamo ampiamente dimostrato in passato, sono totalmente incompatibili con la conformazione orografica, le condizioni meteo-diffusionali, nonché il già compromesso stato di salute complessivo della nostra Valle.

2) La questione inquinamento corpi idrici da amebiasi (Filecchio)

La vicenda, che ha interessato, e preoccupato, la popolazione residente nel secondo semestre del 2023, ha visto la contaminazione dei corpi idrici della frazione di Filecchio da amebiasi, provocando alcuni casi anche gravi di ascessi epatici. Ancora ignota la causa della diffusione del patogeno (tipico di climi decisamente più tropicali e che si trasmette per via oro-fecale). Al netto delle oggettive difficoltà che l’indagine ha riscontrato, dovute principalmente alla mancanza di una procedura certificata di analisi della presenza del patogeno nella matrice acqua, acluni dittadini hanno segnalato il non sempre puntuale coinvolgimento della comunità locale in tutte le fasi della vicenda.

Chiediamo ai candidati sindaci di istituire un tavolo di confronto permanente con la partecipazione diretta dei cittadini delle comunità interessate e di adoperarsi nel futuro per monitorare costantemente la situazione. Chiediamo che lo stesso approccio teso a garantire la partecipazione diretta dei cittadini sia garantito nel caso dovessero presentarsi in futuro problematiche simili.

3) La questione multiutility

L’accorpamento dei servizi di gestione idrica, fognaria, di smaltimento rifiuti e fornitura di energia elettrica in una struttura aziendale definita “Multiutility” e la sua successiva quotazione in borsa è un evento che preoccupa non poco i cittadini di tutta la regione. Nuovamente sembra che il confronto tra pubblica utilità e interessi privati sia pericolosamente sbilanciato in favore di questi ultimi. Riteniamo che i cittadini, anche attraverso incontri pubblici, debbano essere informati in totale trasparenza riguardo questa operazione complessa e importante per il futuro della gestione dei  servizi pubblici essenziali. Tale operazione, per garantire una eventuale copertura degli utili per gli azionisti di borsa che saranno generati dalle tariffe e dalle bollette dei cittadini, inciderà concretamente sulle risorse e sulla vita quotidiana delle persone.

Chiediamo ai candidati sindaci  di pronunciarsi pubblicamente sull’eventuale futura offerta di aderire alla Multiutility dei servizi pubblici attualmente guidata dai comuni di Firenze, Prato, Pistoia ed Empoli dichiarando, con chiarezza, la contrarietà a tale operazione, compresa l’adesione alla quotazione in borsa di una società di servizi pubblici, affinché gli utili, derivanti dalla gestione dei servizi pubblici, non servano a remunerare amministratori o investitori del mondo della finanza, ma vengano impiegati in totale trasparenza, per salvaguardare il patrimonio delle comunità locali in omaggio al principio di tutela della persona umana, della biodiversità e degli ecosistemi, ai sensi degli articoli 2, 3, 9 della Costituzione, alle regole di economicità del servizio, anche come minor costo per i cittadini.

4) La questione inquinamento elettromagnetico / 5G

Le nuove tecnologie spesso vengono implementate sbandierandone i vantaggi, senza che sia stato garantito un dibattito trasparente e condiviso riguardo agli svantaggi, alle criticità, alle ripercussioni in termini di ambiente e di salute. Nel caso delle emissioni elettromagnetiche, la nuova tecnologia denominata 5G presenta caratteristiche tecnologiche assai diverse dalle tecnologie attuali, al punto che le stesse procedure di controllo attualmente previste, in certi casi non sono idonee ad essere utilizzate.

D’altro canto la comunità scientifica indipendente ha già espresso seri dubbi sulla nocività delle esposizioni alle radiazioni elettromagnetiche, il che è sufficiente a considerare il principio di precauzione: finché non sia appurato che tali tecnologie sono innocue, le stesse non dovrebbero essere implementate. In tal senso alcune amministrazioni comunali hanno già iniziato a pronunciarsi, come Lavagna e Dobbiaco

Riguardo agli aspetti meramente normativi, si evidenzia la recente sentenza del Tribunale di Venezia la quale afferma che i servizi di telefonia mobile NON si possono considerare “servizi pubblici”, aprendo di fatto alla possibilità che le amministrazioni locali possano rifiutare le richieste di installazione da parte delle aziende di telecomunicazioni. Così recita la sentenza:

Né può sostenersi che l’attività in sé di telecomunicazione, svolta attraverso le infrastrutture posizionate su terreno dell’Ente sia equipollente a un servizio pubblico. L’attività svolta dalla compagnia di telefonia è certamente attività di interesse pubblico ma non può qualificarsi servizio pubblico, in quanto come sostenuto da una recente pronuncia della Corte d’Appello Lagunare, “tutto il regime di accesso alle telecomunicazioni ha carattere privatistico: i consumatori pagano infatti a società con scopo di lucro, tariffe non calmierate, ma soggette alla concorrenza di mercato. Si aggiunga che un bene, per acquisire e mantenere il requisito dell’appartenenza al patrimonio indisponibile ai sensi dell’art. 826 comma 3 c.c. deve essere destinato a servizi di competenza dell’Ente locale territoriale tra i quali per i comuni, certamente non rientra il servizio di telecomunicazioni, fisse e mobili” ­ (Fonte: https://www.tuttotributi.it/antenne-telefonia-su-suolo-del-comune-non-si-configura-un-servizio-pubblico)

Chiediamo ai candidati sindaci di iniziare il percorso per la definizione delle aree da tutelare rispetto all’inquinamento elettromagnetico, anche alla luce della sentenza suddetta, garantendo la partecipazione attiva della cittadinanza ad ogni fase del processo decisionale. Chiediamo di adottare tutti gli strumenti  atti ad impedire l’innalzamento dell’attuale limite di 6v/m in nome del principio di precauzione, emettendo un’ordinanza simile a quella del comune di Lavagna. Chiediamo un impegno in prima persona per organizzare occasioni di approfondimento scientifico, divulgazione, confronto sui temi legati all’inquinamento elettromagnetico, sempre coinvolgendo direttamente la cittadinanza in tutte le fasi.

5) Il progetto “Aria di Ricerca” e la ricerca partecipata

Il progetto, che fa parte del progetto europeo CitieS-Health, è stato condotto nel periodo 2019-2022 grazie a finanziamenti comunitari ed ha indagato la funzionalità renale, per la quale si ipotizza una correlazione con inquinamento da metalli pesanti. Il campione analizzato è di 400 soggetti residenti nella media Valle del Serchio che hanno aderito allo studio. Il campione è stato ottenuto tramite procedura di campionamento probabilistico (stratificato per età, sesso e comune di residenza) dagli archivi anagrafici comunali. Peculiarità dello studio è di essere un esempio di “Citizen Science” ovvero di essere condotto e gestito direttamente dai cittadini, che sono e resteranno gli unici proprietari sia dei campioni biologici, sia dei risultati scientifici prodotti. (www.ariadiricerca.it)

Alcuni dati preliminari hanno evidenziato che la distanza della residenza da fonti emissive di tali inquinanti (specialmente cadmio) è uno dei fattori (asseme a diabete ed pertensione) che possono compromettere la velocità di filtrazione renale. Il passo successivo dello studio prevede la misura dei metalli pesanti nel sangue dei partecipanti, attualmente conservato in banca biologica.  Visti i risultati non rassicuranti, riteniamo doveroso proseguire nello studio, sia approfondendo i risultati dei campioni in nostro possesso, sia estendendo  lo studio anche alle popolazioni finora non coinvolte.

Chiediamo ai candidati sindaci se sono disponibili ad impegnarsi direttamente, sia nell’appoggiare lo studio in corso, sia nell’individuare risorse economiche da destinare alla prosecuzione del medesimo.

6) Infine una domanda “personale”:

Chiediamo ai candidati se hanno già ipotizzato un nome all’interno delle proprie liste che possa ricorprire il ruolo di Assessore all’Ambiente, o se per tale figura si intende ricorrere ad un assessore esterno.

LE PRESENTI DOMANDE SONO SUSCETTIBILI DI ESSERE AGGIORNATE E/O INTEGRATE NEL CORSO DELLE PROSSIME SETTIMANE. CHIEDIAMO A TUTTI I CANDIDATI DI RESTARE AGGIORNATI VISITANDO PERIODICAMENTE IL NS. SITO.

Ringraziamo tutti per la collaborazione.

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